Oggi vi vorrei presentare un artista che apprezzo molto:Galileo Chini.
Chini è un poliedrico ed eclettico talentuoso artista fiorentino nato nel 1873.
Già all’età di otto anni, interrotti gli studi, Chini diventa apprendista nella bottega dello zio decoratore. Negli anni giovanili ha modo di prendere parte ai restauri in S. Trinita a Firenze e alla fine dell’800 ricopre il ruolo di restauratore a Prato, Siena e San Miniato.
L’essere restauratore, tuttavia, è solo una minima parte del lavoro di Chini che è un eccelso decoratore, ceramista, illustratore, scenografo, urbanista e pittore incline al Simbolismo e Divisionismo.
Chini si muove con assoluta disinvoltura dalla pittura di cavalletto alla decorazione alla creazione di ceramiche. Spesso si ispira all’oriente, come altri colleghi dell’epoca, ma dando foggia a un orientalismo assolutamente non di maniera.
La sua ricerca artistica è quindi assolutamente multiforme e “totale”, incentrata sulla ferma convinzione che l’arte e l’artigianato abbiano la stessa dignità e che siano fondamentali per assicurare la rigenerazione del contesto territoriale.
Galileo Chini incarna, poi, perfettamente anche i dettami dello stile Liberty che è contraddistinto da un intrinseco decorativismo, assolutamente fine ed elegante, che si rifà all’ambiente naturale, impiegando ornamenti che riprendono motivi vegetali, floreali e marini.
Importante per la produzione di Chini proprio il tema dell’acqua, soggetto presente sia nei dipinti, che nelle ceramiche che nei cicli decorativi, come quelli realizzati a partire dalle atmosfere sospese e oniriche di Venezia per i centri termali di diverse località.
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Canale a Bangkok, 1912. Fonte immagine: profilo Instagram 1000quadri