Francesco Guardi non ha bisogno di presentazioni. È, insieme a Canaletto, il più grande vedutista veneziano del Settecento. Nominato spesso in antitesi a Canaletto, Francesco è famoso per i suoi scorci veneziani rappresentati con una componente emozionale e soggettiva capace di trasmettere all’osservatore le atmosfere della città lagunare.
Quello che non tutti sanno è che Francesco fa parte di un’importante famiglia di pittori veneziani, ma di origine trentina, che ha svolto la sua attività artistica per ben tre generazioni.
Il primo della famiglia Guardi a dedicarsi alla pittura è Domenico, nato nel 1678, padre dello stesso Francesco. Domenico si forma a Vienna e sviluppa uno stile pittorico di stampo Rococò, prediligendo soggetti religiosi. Già all’inizio del 1700 rientra in patria e fonda una bottega a Venezia.
Anche i fratelli di Francesco intraprendono la carriera pittorica. Il padre Domenico muore piuttosto giovane ed è così che la conduzione della bottega viene affidata al sedicenne primogenito Gianantonio. Lo stile di Gianantonio segue sempre i dettami del Rococò concentrandosi su dipinti di soggetto religioso, scene di genere e la copia di dipinti realizzati dai maestri del passato. Giantantonio esegue le copie delle opere dei grandi della pittura veneziana soprattutto per Johann Matthias von der Schulenburg Graf, maresciallo degli eserciti veneziani, interessato alle opere di Tiziano, Tintoretto e Sebastiano Ricci.
Durante il Settecento iniziano ad avere un ruolo centrale anche le accademie d’arte che si sostituiscono alle botteghe nella formazione dei giovani artisti. Nel 1756 Gianantonio Guardi diventa membro fondatore della prestigiosa Accademia di Venezia.
Il famoso Francesco, di 13 anni più giovane di Gianantonio si forma nella bottega del padre e collabora inizialmente con il fratello per le diverse committenze. Il lavoro congiunto perdura nel tempo per diversi anni. Francesco, infatti, si specializza in un genere lontano da quelli prediletti dal padre e dal fratello solo intorno al 1758 all’età di quarantasei anni.
Nonostante l’inizio tardivo, l’abilità di Francesco nel ritrarre Venezia con un occhio malinconico e nostalgico che anticipa il romanticismo gli fa ottenere un successo mai raggiunto dal padre e dal fratello con i loro soggetti di stampo più tradizionale.
Gianantonio e Francesco avevano altri due fratelli. Nicolò nato solo un anno prima della morte del padre e Maria Cecilia.
Nicolò intraprese la carriera pittorica, ma del suo lavoro si sa ben poco, in quanto lavorò sempre nell’ombra dei due fratelli più noti.
Maria Cecilia invece all’età di sedici anni sposò il famoso Giambattista Tiepolo. Maria Cecilia non dipinse, ma si prestò come modella di Tiepolo che la ritrasse nel ruolo di Cleopatra, Europa e anche Bithia la leggendaria figlia del faraone che salvò Mosè.
Il lavoro pittorico dei Guardi fu portato avanti dal figlio di Francesco, Giacomo che intraprese la medesima carriera del padre e si dedicò alla realizzazione di capricci e vedute, non raggiungendo mai la fama del padre. Giacomo si forma proprio con Francesco e da lui eredita non solo l’amore e l’interesse per i medesimi generi ma anche lo stile contraddistinto da colpi di colore stesi in maniera rapida capaci di trasmettere grande immediatezza.
Un ampio nucleo di suoi dipinti oggi è conservato nel museo Correr di Venezia al quali Giacomo li vendette nel 1829, insieme a diverse opere del padre.
Fonte immagine: Wikipedia