Alberto Gianquinto nasce al Lido di Venezia nel 1929. La sua formazione è classica, ma piuttosto sui generis per un artista, si laurea infatti in Economia e Commercio. Ben presto, tuttavia, capisce, che la strada giusta per lui è quella della pittura, anche grazie al supporto e agli insegnamenti dell’amico Luigi Cobianco.
Gli anni Cinquanta sono un decennio di cambiamento e di rinascita dopo gli orrori della guerra. Gianquinto ben si inserisce in questo clima e condivide con la sua arte la ricerca dei nuovi temi e linguaggi della pittura di quegli anni. Ma l’artista ha bene in mente gli insegnamenti del passato e delle avanguardie, a cui si ispira. Nelle sue opere, infatti, è facile individuare alcuni tratti tipici dell’operato di Cezanne, del cubismo, di Matisse, ma anche di Morandi. Elementi ravvisabili nell’impiego del colore e nella costruzione dello spazio nei suoi quadri.
Ma Gianquinto non guarda solo alla pittura di inizio secolo, come lui stesso ha ammesso, non manca di ispirarsi anche alla pittura antica così come alla poesia che lo accompagna nel gesto pittorico.
Le sue opere, quindi, nascono da una commistione di influenze umanistiche che lo portano a creare dei quadri che sono intrinsecamente complessi, perché nati da una stratificazione che è anche emozionale.
La sua pittura è intimista e al contempo visionaria e si costruisce grazie al colore, alla materia pittorica, protagonista dei suoi quadri.
Nel corso della sua carriera, Gianquinto ha visto convalidato il suo lavoro da numerosi riconoscimenti. Già nel 1956 è presente con gruppo di opere alla Biennale di Venezia. L’anno successivo, poi, organizza la prima mostra personale alla celebre Galleria del Cavallino di Venezia. Prima della fine del decennio riesce anche ad essere invitato a un’altra manifestazione di prestigio, la Quadriennale di Roma.
Nel corso dei decenni successivi parteciperà in altre occasioni ad altre Biennali e Quadriennali di Roma e allo stesso tempo prende parte a diverse mostre nazionali e internazionali.
Muore il 17 maggio 2003 a Jesolo.
Immagine: Finestra, 1968. Fonte immagine: Catalogo “Alberto Gianquinto. Cosa arcana e stupenda”. https://museodelpaesaggio.ve.it/