Angelo Morbelli è un pittore divisionista.
Il divisionismo è un movimento artistico che nasce sul finire dell’Ottocento e che tecnicamente ha molto in comune con il neoimpressionismo, nato in Francia ad opera soprattutto di Paul Signac e Georges Seurat.
La tecnica divisionista si caratterizza dall’impiego sulla tela dei singoli colori in maniera separata, giustapposti gli uni agli altri tramite piccoli puntini e soprattutto linee che finiscono per interagire tra loro in modo ottico.
Morbelli è piemontese, ma si forma a Milano all’Accademia di Brera, allievo di Giuseppe Bertini. Esordisce venticinquenne a Torino e pochi anni dopo riceve il Premio Fumagalli a Milano. Da subito appare molto interessato alla pittura di paesaggio e a quella storica. Dal 1883 inizia ad abbracciare un tipo di pittura in cui trovano spazio soggetti estrapolati dal quotidiano intrisi spesso di connotazioni sociali.
A livello tecnico, considerando l’aderenza al divisionismo a partire dal 1890, la pittura di Morbelli non poteva non avere quale aspetto rilevante la questione della luce. Questa è centrale e impiegata con una sensibilità che ricorda il lavoro degli impressionisti. Morbelli poi, assimilando sempre la lezione degli impressionisti, è solito dipingere en plein air. Interessante anche la questione dell’ombra, che seguendo anche in questo caso i dettami impressionistici, non è mai nera ma assume diverse sfumature di colore.
Con il passare degli anni, la tecnica divisionista di Angelo si perfeziona ulteriormente diventando più precisa e scrupolosa, ispirato anche da quanto stava producendo l’amico e collega Giuseppe Pellizza da Volpedo con cui era solito scambiarsi lettere, nell’arco temporale che va dal 1894 al 1907.
Nonostante l’interesse per le tematiche che presentano connotazioni sociali, non tramonta mai la propensione di Morbelli a raffigurare paesaggi, ispirati anche dai luoghi dove trascorse gli ultimi anni come la Val d’Ussegno, nella regione natia.