Bortolo Sacchi nasce a Venezia nel 1892.
É un artista che purtroppo spesso viene ingiustamente sottovalutato ed è invece un vero talento dell’arte italiana del primo Novecento.
Sacchi, infatti, è uno degli artisti di rilievo che fanno parte della corrente del realismo magico, una corrente non solo artistica, ma anche pittorica e letteraria che si sviluppò nella prima parte del Novecento.
Bartolo Sacchi inizia ad approcciarsi alla pittura nel 1906 frequentando lo studio del pittore paesaggista Francesco Sartorelli. In seguito, all’inizio del secondo decennio del Novecento si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera ed è allievo dell’artista Hugo von Habermann.
Tornato a Venezia già nel 1913, diviene uno dei “Ribelli di Ca’ Pesaro” partecipando alla mostra degli artisti Rifiutati alla Biennale organizzata dagli artisti Gino Rossi, Arturo Martini, Guido Cadorin, nel 1914.
Questi sono anni in cui Sacchi a livello stilistico non ha ancora operato una scelta definitiva, interessandosi anche alle esperienze futuriste e sperimentando con la produzione plastica.
Il giro di boa si ha al termine del conflitto mondiale, quando si diffonde un generale ritorno all’ordine, a cui Sacchi si avvicina con interesse realizzando opere di stampo metafisico, che presenta alle Biennali di Venezia del 1920, 1922 e 1924.
Il realismo magico e metafisico di Sacchi si declina nella creazione di quadri in cui gli scorci veneziani ritratti sono immersi in un’atmosfera sospesa, magica e irreale. Questi aspetti si intensificano all’intensificarsi del verismo con cui i soggetti, spesso figure ambigue e fantastiche, sono raffigurati.
Negli anni Trenta si accentua l’interesse dell’artista Veneziano per il tema del ritratto e in seguito per quello della natura morta.
Nella seconda metà del Novecento, Sacchi si stabilisce definitivamente a Bassano del Grappa, dove continua a dipingere con maggiore intimismo e scegliendo tematiche autobiografiche.
Bortolo Sacchi viene a mancare nel 1978 proprio a Bassano del Grappa.