Felice Carena nacque a Torino nel 1879 in una famiglia borghese che ne incoraggerà la carriera pittorica e gli permetterà di studiare all’Accademia Albertina.
Fin da subito dimostra grande interesse per le tendenze simboliste. Carena sviluppa una pittura in cui il simbolismo si mescola con componenti estetiche che rimandano al preraffaellismo e al divisionismo di Segantini e Previati.
Nel 1906 vince il pensionato artistico che gli permette di trasferirsi definitivamente a Roma, dove aveva iniziato a interessarsi alle tematiche sociali, dipingendo dipinti in cui i soggetti sono gli indigenti.
Quanto realizzato a Roma viene messo in mostra alla Biennale di Venezia nel 1912. Questo evento segna anche la consacrazione ufficiale di Felice Carena pittore. La Biennale gli dedica, infatti, una mostra personale.
La partecipazione all’importante manifestazione veneziana rappresenta uno spartiacque nella carriera dell’artista torinese che da questo momento viene annoverato alla stregua dei migliori artisti del momento.
Nel 1913 è tra i fondatori della I Secessione romana. La secessione romana è un movimento, attivo fino al 1917, che si opponeva con forza all’arte accademica ufficiale mantenendo l’autonomia e la distanza ideologica anche dai futuristi, attivi nello stesso periodo. La particolarità del movimento è la sua eterogeneità. Ogni artista si opponeva all’accademismo portando avanti un proprio peculiare stile artistico.
Felice Carena in questa sua seconda fase di attività è influenzato dalla pittura francese, nello specifico da Cézanne e Matisse.
L’arrivo della guerra portano a un momento di stasi per la sua arte, costretto a combattere al fronte.
Si trasferisce, poi, a Anticoli Corrado, luogo che lo ispira nella realizzazione di una pittura molto solida, alla ricerca di volumi definiti, influenzato allo stesso tempo da un primitivismo dal sapore arcaico.
Tornato a Roma, l’artista, nel 1922, organizza una scuola d’arte che sarà frequentata, tra gli altri, anche da Pirandello. Partecipa nuovamente alla Biennale di Venezia e viene nominato docente presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, diventerà “Accademico d’Italia” nel 1933.
La produzione di Felice Carena pittore è ampia ed eterogenea. Diversi dipinti hanno come soggetto i temi sacri, altri le nature morte e non mancano i ritratti dalla forte valenza introspettiva e malinconica.
Felice Carena muore a Venezia nel 1966 dove si era trasferito per lavorare e dove prese parte alla decorazione della valigia di cartone che darà vita all’Ordine de la Valigia.