Oggi vi voglio parlare di un grandissimo pittore di origine ferrarese: Gaetano Previati.
Gaetano Previati si forma inizialmente all’Accademia di Belle Arti di Ferrara, poi si sposta a Firenze dove studia presso l’atelier di Amos Cassioli e alla fine termina gli studi all’Accademia di Brera seguendo gli insegnamenti di Giuseppe Bertini.
Siamo sul finire del Ottocento e Gaetano Previati contrappone la sua arte all’accademismo fatto di dipinti incentrati su tematiche storiche andando a dare forma a una produzione pittorica più libera e brillante riprendendo la scia del movimento artistico della Scapigliatura. Quest’ultimo nato come reazione al Romanticismo italiano e incentrato su un sentimento di ribellione indirizzato contro la società borghese risorgimentale.
Tutto ciò, a livello pittorico si concretizzava nella realizzazione di quadri che avevano come soggetti prediletti i ritratti, le scene di genere e le figure femminili dipinti dissolvendo i contorni delle figure e dando priorità alla qualità narrativa e psicologica piuttosto che quella illustrativa.
A partire dagli anni Novanta, Gaetano Previati si avvicina invece al Divisionismo e al Simbolismo di cui diventa fine interprete con una vena innovativa che preannuncia la pittura futurista.
Ed è proprio così che Previati si pone come una figura centrale e di collegamento tra le istanze di fine Ottocento e il dinamismo avanguardista di inizio Novecento.
La sua pittura è sperimentale e rivoluzionaria, dai suoi quadri traspare l’aspetto emozionale e il vigore delle pennellate è evidente. La componente luministica, poi, è un altro aspetto centrale della sua produzione grazie alla spezzatura del colore.
Gaetano Previati, poi, si cimenta con diversi temi, anche non tradizionali dando prova di una grande abilità nell’adattamento delle pratiche divisioniste a una serie eterogenea di soggetti.
La danza delle ore, 1899. Fondazione Cariplo. Fonte Immagine: Google Arts & Culture